L’origine del nome è incerto, una probabile spiegazione indica la disivione territoriale che sussisteva nella zona tra “li monaci” e “li accasati” da cui appunto Licusati. L’abitato sorge a 260 m s.l.m., ai piedi del Monte Croce del Calvario (643 m), e si estende in una vallata dove insorgono migliaia di piante di olivo (detto Pisciottano) da cui si estrae un extra vergine dai locali frantoi, che in estate diventano una meta turistica.Le sue origini storiche risalgono al medioevo e propriamente all’epoca della distruzione della città di Molpa ad opera dei saraceni d’Africa nell’anno 1464.
Già ente amministrativo autonomo durante il Regno di Napoli, dal 1811 al 1860 ha fatto parte del circondario di Camerota, appartenente al Distretto di Vallo del Regno delle Due Sicilie.
Dal 1860 al 1927, durante il Regno d’Italia ha fatto parte del mandamento di Camerota, appartenente al Circondario di Vallo della Lucania.
Nel 1929, durante la dittatura fascista, il comune fu soppresso ed il suo territorio venne inglobato da quello di Camerota, di cui divenne frazione. In quell’occasione ci fu una tenace opposizione da parte dei licusitani alle direttive dell’allora regime fascista tese ad aggregare Licusati a Camerota ma l’azione si concluse con l’arresto e il confino di Giovanni Garofalo (1905-1961) ritenuto il capo della rivolta. In seguito il Garofalo fu valente amministratore del comune di Camerota che in segno di riconoscenza nel 1992 gli dedicava una lapide sulla sua casa e l’intestazione di una strada.
A meno di 2 km dall paese di Licusati si trova il santuario della Santissima Annunziata che si festeggia il 18 maggio e l’8 settembre.
Licuati è contraddistinta da un legame speciale che i suoi abitanti mantengono con il proprio territorio, il paese infatti è uno dei pochi (insieme a Lentiscosa) che nella zona ha conservato le tradizioni rurali che impegnano i proprio abitanti nella coltivazione (perlopiù ad uso familiare) dei terreni agricoli e nella raccolta e lavorazione delle olive.