Che cos’è un maremoto?
Il maremoto, in giapponese tsunami, è una serie di onde marine prodotte dal rapido spostamento di una grande massa d’acqua. In mare aperto le onde si propagano molto velocemente percorrendo grandi distanze, con altezze quasi impercettibili (anche inferiori al metro), ma con lunghezze d’onda (distanza tra un’onda e la successiva) che possono raggiungere alcune decine di chilometri. Avvicinandosi alla costa, la velocità dell’onda diminuisce mentre la sua altezza aumenta rapidamente, anche di decine di metri. La prima onda può non essere la più grande e tra l’arrivo di un’onda e la successiva possono passare diversi minuti.
Quali sono le cause di un maremoto?
Le cause principali sono i forti terremoti con epicentro in mare o vicino alla costa. I maremoti possono essere generati anche da frane sottomarine o costiere, da attività vulcanica in mare o vicina alla costa e, molto più raramente, da meteoriti che cadono in mare.
L’Italia è a rischio maremoto?
Tutte le coste del Mediterraneo sono a rischio maremoto a causa dell’elevata sismicità e della presenza di numerosi vulcani attivi, emersi e sommersi. Negli ultimi mille anni, lungo le coste italiane, sono state documentate varie decine di maremoti, solo alcuni dei quali distruttivi. Le aree costiere più colpite sono state quelle della Sicilia orientale, della Calabria, della Puglia e dell’arcipelago delle Eolie. Tuttavia, maremoti di modesta entità si sono registrati anche lungo le coste liguri, tirreniche e adriatiche. Bisogna inoltre considerare che le coste italiane possono essere raggiunte da maremoti generati in aree del Mediterraneo lontane dal nostro Paese.
Che cosa succede lungo le coste quando c’è un maremoto?
Il maremoto si manifesta come un rapido innalzamento del livello del mare o come un vero e proprio muro d’acqua che si abbatte sulle coste, causando un’inondazione. A volte si osserva un iniziale e improvviso ritiro del mare, che lascia in secco i porti e le spiagge. Le onde di maremoto hanno molta più forza rispetto alle mareggiate e sono in grado di spingersi nell’entroterra anche per diverse centinaia di metri (addirittura chilometri, se la costa è molto bassa), trascinando tutto ciò che trovano lungo il percorso: veicoli, barche, alberi, serbatoi e altri materiali, che ne accrescono il potenziale distruttivo.
Quando avverrà il prossimo maremoto?
Non è possibile saperlo: può verificarsi in qualsiasi momento. Sui maremoti sappiamo molte cose, ma nessuno è in grado di prevedere quando e dove si verificheranno.
In Italia esiste un sistema di allertamento?
Nel Mediterraneo è in via di costruzione un sistema di allertamento internazionale, a cui partecipa anche l’Italia, ma in modo ancora sperimentale. Questo sistema è analogo a quelli già attivi nel Mar dei Caraibi e negli oceani Pacifico e Indiano, ma rispetto a questi ha dei limiti: in un mare poco ampio come il Mediterraneo, infatti, i tempi di arrivo delle onde sono molto brevi e questo riduce la possibilità di allertare la popolazione. Solo per i maremoti causati da eventi sismici che si verificano lontano dalle coste italiane (come ad esempio nei mari della Grecia) l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e il Dipartimento della Protezione Civile potranno avere il tempo per allertare la popolazione attraverso tv, radio e web. È quindi importante conoscere bene le norme di comportamento, ricordando però che il rischio maremoto implica inevitabilmente la possibilità di falsi allarmi.
Che cosa si può fare per ridurre il rischio maremoto?
L’uso delle reti di monitoraggio, lo studio degli eventi del passato e dei modelli di propagazione delle onde sono alcune delle azioni che permettono di ridurre il rischio maremoto. Queste conoscenze contribuiscono a migliorare la pianificazione del territorio, a realizzare interventi di messa in sicurezza delle aree a rischio e a elaborare piani di emergenza. Essere consapevoli e preparati è il modo migliore per prevenire e ridurre le conseguenze di un maremoto.
Cosa devi sapere?
Se vivi, lavori o vai in vacanza in un’area costiera, impara a riconoscere i fenomeni che possono segnalare l’arrivo di un maremoto:
- un forte terremoto che hai percepito direttamente o di cui hai avuto notizia;
- un rumore cupo e crescente che proviene dal mare, come quello di un treno o di un aereo a bassa quota;
- un improvviso e insolito ritiro del mare, un rapido innalzamento del livello del mare o una grande onda estesa su tutto l’orizzonte.
In alcuni casi, per onde di maremoto che arrivano da lontano, è possibile che le autorità abbiano il tempo per diramare un’allerta attraverso tv, radio e web: fidati solo delle fonti istituzionali e aspetta che dichiarino il cessato allarme.
Ricorda che le case e gli edifici vicini alla costa non sempre sono sicuri.
- La sicurezza di un edificio dipende da molti fattori, per esempio la tipologia e la qualità dei materiali utilizzati nella costruzione, la quota a cui si trova, la distanza dalla riva, il numero di piani, l’esposizione più o meno diretta all’impatto dell’onda.
- Generalmente i piani alti di un edificio in cemento armato, se l’edificio è ben costruito, possono offrire una protezione adeguata.